Resto al Sud

FINANZIAMENTI PER GIOVANI IMPRESE

Si chiama Resto al Sud la nuova misura che sarà  gestita da Invitalia per incentivare nuove forme di imprenditorialità giovanili nelle regioni del Mezzogiorno. Il provvedimento, introdotto dal Decreto Legge 20 Giugno 2017 n.91 e convertito con modifiche in Legge 3 Agosto 2017, n.123, si rivolge a giovani imprenditori under 35 residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

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CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO

Complessivamente è stata stanziata una dotazione finanziaria di 1.250 milioni di euro, a valere sul Fondo Sviluppo e coesione (programmazione 2014-2020), che verranno ripartiti in importi annuali massimi fino a:

  • 36 milioni di euro per  l’anno  2017
  • 280 milioni di euro per l’anno 2018;
  • 462 milioni di euro  per  l’anno 2019;
  • 308,5 milioni di euro per l’anno 2020;
  • 92 milioni di  euro  per l’anno 2021;
  • 22,5 milioni di euro per l’anno 2022;
  • 18 milioni di euro per l’anno 2023;
  • 14 milioni di euro per l’anno 2024;
  • 17 milioni  di euro per l’anno 2025.

Possono presentare la domanda giovani imprenditori  di  età  compresa tra  18  e  35  anni, residenti nelle Regioni oggetto della misura, costituiti in ditte individuali, società  o società  cooperative. Potranno  fare  richiesta  anche  PERSONE FISICHE che  si impegnano a costituirsi entro i 60 giorni successivi alla comunicazione positiva circa la fase  istruttoria, mentre è ancora in via di definizione la possibilità  di adesione di imprese già  costituite. Gli stessi non dovranno avere già  beneficiato di altre misure a sostegno dell’imprenditoria nell’ultimo triennio. Potranno accedere al finanziamento anche i giovani che, a seguito di bando pubblico, riceveranno in concessione terreni agricoli abbandonati o incolti.
L’incentivo,  gestito  da  Invitalia, prevede  un  finanziamento  fino a 50.000 per ciascun richiedente; di tale somma il 35% a fondo perduto mentre il restante 65% consiste in un prestito a tasso zero da restituire in 8 anni. Nel caso in cui l’istanza sia presentata dal più soggetti già  costituiti o che intendano costituirsi in forma societaria, ivi incluse le società  cooperative, l’importo massimo del finanziamento erogabile è pari a 50.000 per ciascun socio con tetto massimo ammissibile di 200 mila euro per ogni singolo progetto (dunque massino 4 soci richiedenti finanziamento). Per attività  relative all’agricoltura il finanziamento consiste nel 35% a fondo perduto + 60% max in prestito a tasso zero + la restante parte in dotazione personale della società richiedente (art.2).

Tra le attività  finanziate rientrano la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di immobili nonchè l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature finalizzate alla produzione di beni e all’erogazione di servizi, ivi compresi quelli turistici.

Dal 15 Gennaio 2018 sarà possibile presentare le domande per accedere ai finanziamenti. Le stesse saranno valutate da invitalia entro 60 giorni dalla presentazione, procedendo in ordine cronologico di caricamento della domanda.

MI SA CHE…RESTO AL SUD!

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REGOLARIZZAZIONE FABBRICATI RURALI

FABBRICATI RURALI

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Catasto Fabbricati

Il censimento al Catasto Fabbricati è già obbligatorio per chiunque realizzi un nuovo fabbricato o un ampliamento di un fabbricato esistente; la dichiarazione deve essere presentata entro 30 giorni dal momento in cui i fabbricati siano divenuti abitabili o servibili all’uso cui sono destinati.

Con la Legge Salva Italia[1] è stato inoltre previsto l’obbligo per i proprietari di fabbricati rurali, di dichiararli al Catasto Fabbricati (NCEU); il solo censimento al Catasto Terreni costituisce infatti una condizione di irregolarità e pertanto trascorso il termine ultimo per procede all’accatastamento, l’Agenzia delle Entrate è in diritto di richiedere il pagamento delle sanzioni.

Originariamente il termine ultimo per procedere alla regolarizzazione dei fabbricati rurali era stato fissato per il 30 Novembre 2012. Alcuni tra i proprietari hanno provveduto alla regolarizzazione entro il termine prestabilito; altri lo hanno fatto a termine scaduto usufruendo del ravvedimento operoso[2]. Si tratta di un’agevolazione che consente, per aver violato la norma in questione, di pagare solo 1/6 dell’importo minimo delle sanzioni previste e quindi una cifra complessiva di soli 172 euro (a fronte di sanzioni minime tra 258 e 1.032 euro e massime tra 2.066 e 8.264 euro).[3]

Tuttavia ad oggi risultano ancora numerosi fabbricati irregolari (in rete è disponibile l’elenco dei fabbricati rurali ancora censiti al Catasto Terreni) e i proprietari (o in generale i titolari di diritti reali) rimangono obbligati a provvedere alla regolarizzazione.

L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che per coloro i quali presenteranno la dichiarazione di aggiornamento per l’inserimento nel Catasto Fabbricati entro il 30 Novembre 2017, sarà mantenuta la possibilità di usufruire del ravvedimento operoso e quindi di beneficiare della riduzione sulle sanzioni.

In caso di inadempienza, gli uffici provinciali-Territorio, procederanno all’accertamento e quando avranno verificato che il soggetto obbligato è inadempiente, procederanno alla regolarizzazione catastale dell’immobile  con oneri a carico del titolare e applicazione delle sanzioni previste dalla legge, senza riduzione alcuna.

Per la consultazione delle liste delle costruzioni rurali individuate dall’Agenzia, censite al Catasto dei Terreni e non ancora dichiarate al Catasto dei Fabbricati, è possibile utilizzare il servizio online di ricerca delle particelle. Nella pagina contenente i risultati della ricerca, inoltre, si può accedere direttamente alla procedura online di segnalazione di eventuali incoerenze riscontrate.

Una volta riscontrata una situazione di irregolarità, i titolari inadempienti possono presentare l’apposita dichiarazione di aggiornamento catastale (cd. “DOCFA”) unitamente all’atto di aggiornamento cartografico (Pregeo) relativo all’immobile rurale, avvalendosi dell’ausilio di un professionista abilitato alla professione ed iscritto in un Albo professionale. Per ulteriori informazioni e per ricevere un preventivo clicca qui

Regolarizzazione

La regolarizzazione degli immobili rurali esclude alcune categorie di costruzioni che devono comunque essere censite al Catasto Terreni. In particolare:

  • manufatti con superficie coperta inferiore a 8 mq
  • serre adibite alla coltivazione e alla protezione delle piante sul suolo naturale
  • vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni
  • manufatti isolati privi di copertura
  • tettoie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili, di altezza utile inferiore a 1,80 m e di volumetria inferiore a 150 mc
  • manufatti precari, privi di fondazione, non stabilmente infissi al suolo
  • fabbricati in corso di costruzione o di definizione
  • fabbricati che presentano un accentuato livello di degrado (collabenti).

In questi casi è comunque necessario fare una segnalazione, mediante un modulo apposito, da consegnare a mano o inviare per posta all’ufficio provinciale competente. Per ulteriori informazioni e per ricevere un preventivo clicca qui

[1] in particolare con il comma 14-ter dell’art. 13 del D.L. 06/12/2011, n. 201 (convertito in legge dalla L. 214/2011)
[2] ai sensi dell’art. 13, comma 1, lettera b-ter del D. Leg.vo 472/1997
[3] ai sensi dell’art. 13, comma 14-quater, del D.L. 201/2011 si prevede l’applicazione delle sanzioni previste dagli artt. 20 e 28 del R.D.L. 13/04/1939, n. 652; inoltre dato l’art. 2, comma 12, del D. Leg.vo 23/2011 che ha quadruplicato l’importo delle sanzioni in oggetto, sono fissati gli importi minimo e massimo

BONUS RISTRUTTURAZIONI

BONUS RISTRUTTURAZIONI

OGGI RISTRUTTURARE CONVIENE

Breve normativa: Le agevolazioni fiscali sugli interventi di ristrutturazione edilizia sono state introdotte dall’art. 16.bis del Dpr 917/86 e successivamente incrementate con il D.L. n. 83/2012. La legge n.232 dell’11 Dicembre 2016 (Legge di bilancio 2017) ha prorogato fino al 31 dicembre 2017 la possibilità di detrarre dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) fino al 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) tra il 26 Giugno 2012 e il 31 Dicembre 2017, per un importo massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. Per le spese effettuate a partire dal 1 gennaio 2018 la detrazione tornerà alla misura del 36% con un limite massimo di spesa pari a 48.000 euro.

Ciascun contribuente ha diritto a detrarre per ciascun anno una quota massima pari all’importo dell’Irpef dovuta e possono usufruire della detrazione sia i proprietari degli immobili che i titolari di diritti reali sugli stessi (locatari, usufruttuari etc) inclusi i coniugi, componenti di unioni civili o conviventi del proprietario dell’immobile (purchè intestatari di bonifici e fatture).

Gli interventi per i quali spettano le agevolazioni consistono in quelli indicati alle lettere a), b), c), d) del DPR 380/2001;

si tratta sinteticamente degli interventi di:

Manutenzione ordinaria (per parti comuni di edifici residenziali);

– Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia (per singole unità immobiliari residenziali).

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 Inoltre, sono soggetti alle detrazioni gli interventi relativi a:

  • Eliminazione delle barriere architettoniche mediante ascensori e montacarichi e più in generale mediante qualunque mezzo tecnologico che favorisca la mobilità interna ed esterna all’abitazione dei portatori di handicap gravi;
  • Realizzazione di autorimesse o posti auto (anche a proprietà comune) nonchè acquisto di box o posti auto già realizzati;
  • Adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di compimento di atti illeciti da parte di terzi, nella misura in cui siano comunque spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili;
  • Conseguimento di risparmi energetici mediante l’installazione di impianti basati sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (ad esempio impianti fotovoltaici);
  • Adozione di misure antisismiche con particolare riguardo alle opere per la messa in sicurezza statica;
  • Bonifica dall’amianto ed interventi volti ad evitare gli infortuni domestici (ad esempio la riparazione di impianti insicuri, il montaggio di vetri anti-infortunio, l’installazione di corrimano);

Ai fini della detrazione è possibile includere anche le spese per la progettazione e le prestazioni professionali connesse agli interventi nonchè le spese per l’acquisto di materiali e gli oneri di urbanizzazione.

Lo studio di INGEGNERIA E ARCHITETTURA si occupa anche del disbigro pratiche presso le pubbliche amministrazioni (Comune, Genio Civile, Catasto etc..)

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SCIA

La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è una procedura amministrativa introdotta dalla Legge 122 del 2010 che ha difatto sostituito la Denuncia di inizio attività DIA.

Se desideriamo Restaurare, Ristrutturare (senza modifiche di volume) o fare Manutenzione Straordinaria come per esempio miglioramenti sismici è possibile utilizzare la SCIA.  Secondo il testo unico sull’edilizia, sono realizzabili mediante segnalazione certificata di inizio attività gli interventi non subordinati a permesso di costruire o ad attività edilizia libera.

Un classico esempio di OPERE STRUTTURALI per cui occorre il progetto redatto da un Ingegnere e depositato al Genio Civile è quello cerchiatura di una porta su muro portante, o il rifacimento del solaio.

Costi

Fasi e tempistica

Dopo aver raccolto i documenti dell’immobile (ultimo titolo abilitativo, visure catastali etc.) e aver accertato la conformità, viene redatta la Comunicazione ed inviata. Dal momento esatto in cui viene inviata,.
Tuttavia l’amministrazione ha a disposizione 60 giorni per verificare la regolarità della segnalazione e, in caso di inadempienze, può provvedere all’interruzione dei lavori.

CIL e CILA

Il modello CIL dovrà essere presentato quando si eseguono lavori di edilizia libera, quali:

  • realizzazione di opere temporanee (da rimuovere entro 90 giorni)
  • realizzazione di opere di pavimentazione e finitura degli spazi esterni
  • installazione di pannelli solari o fotovoltaici
  • installazione di singoli generatori eolici con altezza non superiore a 1,5 metri e diametro non superiore a 1 metro
  • realizzazione di opere per l’arredo delle parti pertinenziali degli edifici
  • realizzazione di aree ludiche senza fini di lucro

Il modello CILA dovrà essere presentato, invece, quando si eseguono:

  • interventi di manutenzione straordinaria non riguardanti parti strutturali
  • interventi di frazionamento o di accorpamento di unità immobiliari, senza cambio di destinazione d’uso e senza aumento di volumetria

In entrambi i casi i lavori possono incominciare il giorno stesso in cui viene presentata la comunicazione al Comune.

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